Giorgio Laveri
Nato a Savona, trascorre l’infanzia tra Roma e la città natale. Si avvicina in età giovanile al mondo del cinema. Inizia a lavorare presso Cinecittà al fianco di grandi maestri del cinema del calibro di Tonino Guerra. Negli anni settanta a Savona, inizia a traslare la sua esperienza cinematografica nel campo della sperimentazione artistica e delle plastiche. Inizia così il suo sodalizio con la scultura, con la ceramica e quindi con le vicine manifatture di Albisola.[1] Nel 1975 frequenta la scuola di ceramica e dopo un periodo formativo inizia a muoversi nel variegato universo ceramico. L’artista si confronta con il complesso e radicato rapporto tra arte e tradizione. In particolare nelle fabbriche Mazzotti, Pastorino, nello Studio Ernan Design di Albisola Superiore e alla fine degli anni novanta anche nella Fabbrica San Giorgio di Albissola Marina.
Laveri elabora i cardini della sua poetica rapportandosi sia con la plurisecolare tradizione albisolese sia con le pregresse esperienze ceramiche di artisti come Asger Jorn, Wifredo Lam, Lucio Fontana, Roberto Crippa, Agenore Fabbri, Emilio Scanavino, Aligi Sassu, Karel Appel, Corneille, Constant, Pinot Gallizio e molti altri artisti che a partire dagli anni trenta del XX secolo crearono all’interno delle manifatture albisolesi alcuni tra i più importanti capolavori dell’arte contemporanea.
Una tira l’altra – Ciliegia rossa sdraiata
Tecnica: ceramica e smalti Dimensioni: altezza circa 60 cm
Una tira l’altra – Ciliegia nera e oro
Tecnica: ceramica con interventi in oro. Dimensioni: altezza circa 60 cm
Una tira l’altra – Ciliegia blu e oro
Tecnica: ceramica con interventi in oro. Dimensioni: altezza circa 60 cm
Una tira l’altra – Ciliegia Rosa
Tecnica: ceramica con interventi in oro. Dimensioni: altezza circa 60 cm
Una tira l’altra – Ciliegia platino
Tecnica: ceramica con interventi in platino. Dimensioni: altezza circa 60 cm