The Art of the Brick . Nathan Sawaya a Milano

 

La mostra di Nathan Sawaya, ospitata dalla Fabbrica del Vapore, va assolutamente vista. Lasciate perdere le immagini che si trovano già online. Solo entrando in silenzio, davanti alle immani sculture di Nathan, riuscirete a ritrovare voi stessi. La scelta delle opere a primo acchito appare scolastica, ci riporta indietro ai banchi di scuola, ma i colori sono decisamente più accesi e il sentimento che si prova è misto di stupore e attrazione. Dalla riproduzione de L’urlo di Munch che squarcia la tela e occupa finalmente una realtà tridimensionale alle sperimentazioni che portano il visitatore a contatto con l’artista e la sua percezione della condizione umana, come “Yellow”.

Megastrutture, opere pazzesche, un milione di piccoli mattoncini, 85 installazioni. Questo giovane ex-avvocato newyorkese innesca in noi la voglia di giocare con colori, spazi e superfici, non si può far altro che innamorarsi di chi ha coraggio di dare spazio alle proprie idee, un mattoncino dopo l’altro. Di sicuro un artista che si deve conoscere a tu per tu con le sue creature che siano esse contenute in un museo, raccolte in una sua personale oppure nel giardino della Casa Bianca.

Tornando a Milano: molto bella l’idea di realizzare un’area gioco finito il percorso anche se forse è stata la parte più deludente, tolte alcune considerazioni da fare sull’illuminazione delle opere. La parte ludica è sì interattiva, ma sarebbe potuta diventare un’opera d’arte essa stessa, in continuità con il percorso, mentre si riduce ad un tavolo con sopra i mattoncini e a qualche videogioco in una stanza che spezza totalmente il pathos del percorso, illuminata a giorno come in un qualsiasi centro commerciale. Era forse da prestare più attenzione al progetto luminoso, non si trova il rapporto tra le figure di Nathan e le soluzioni tecniche adottate. Aver osato qualche luce colorata per esempio avrebbe giovato, cosa che viene accennata solo in una delle stanze presenti. Ma l’entusiasmo non si perde, Nathan vi conquisterà.

 

Un consiglio: tornando a casa tirate fuori una vecchia scatola di Lego oppure acquistatene una, sedetevi sul pavimento di casa vostra, rovesciate la scatola e lasciate che l’immaginazione faccia da padrona.

Valentina Cusato